Raffaella Manetta oggi vi proietterà nel Fashion System 2025
Raffaella Manetta with Fashion System 2025 20 Novembre 2024
L’industria della moda si prepara ad affrontare un 2025 caratterizzato da grande tumulto e incertezze. Si è verificato un tanto temuto rallentamento ciclico. I consumatori, influenzati dal recente periodo di alta inflazione, stanno diventando sempre più attenti ai prezzi.
Inoltre, stiamo assistendo a un’inattesa crescita delle imitazioni e a un boom del mercato dell’usato, o meglio, del “pre-loved”, senza precedenti.
Anche i problemi macroeconomici del commercio globale e il cambiamento climatico rappresentano fattori critici per il settore della moda.
Di conseguenza, il 2025 potrebbe rappresentare un momento cruciale per molti marchi, che potrebbero essere meno agili nell’adattarsi al nuovo mercato. Queste sono alcune delle conclusioni tratte dal McKinsey Global Fashion Index, che analizza le prospettive del settore moda, evidenziando una previsione di ricavi in diminuzione.
Anche il settore del lusso, che ha trainato la creazione di valore negli ultimi anni, mostra un calo significativo, sebbene non in tutti i paesi, come nel caso del Giappone e dell’India.
E così sarà il settore non-lusso a guidare l’intero aumento del profitto economico per la prima volta dal 2010 (escluso il Covid-19).
I leader del settore moda intervistati nel sondaggio annuale BoF-McKinsey State of Fashion Executive Survey hanno mostrato un atteggiamento pessimista, simile a quello dell’anno precedente. Solo il 20% prevede un miglioramento nel sentiment dei consumatori per il 2025, mentre il 39% si aspetta un deterioramento delle condizioni del settore.
In particolare, Il settore beneficerà della diminuzione dell’inflazione e dell’incremento del turismo in Europa, della resilienza delle persone ad alto patrimonio netto negli Stati Uniti e dei nuovi fattori di crescita in Asia per contrastare l’incertezza sulla spesa dei consumatori in Cina, che si sta ancora riprendendo dalla pandemia.
La Cina continuerà a essere il fulcro della regione, tuttavia, a causa delle sfide macroeconomiche che sta affrontando, i marchi si orienteranno verso altri mercati asiatici, in particolare Giappone, Corea e India.La sfida per i marchi consiste, senza dubbio, nel mantenere l’attenzione dei consumatori, che stanno sempre più valorizzando il prezzo. Questo trend sta anche stimolando la crescita dei segmenti di rivendita e dei negozi off-price.
I marchi devono convincere i clienti del valore dei loro prodotti rispetto al prezzo premium. Un modo per farlo è migliorare l’esperienza d’acquisto, specialmente ora che i consumatori stanno tornando a fare shopping in negozio ai livelli pre-pandemia in molte parti del mondo. Tuttavia, i rivenditori devono ricordare agli acquirenti cosa apprezzano dell’esperienza in negozio.
Questo processo inizia con un personale adeguatamente formato, in grado di assistere e ispirare i clienti. Con il ritorno al retail fisico, i mercati del lusso hanno incontrato delle difficoltà. L’anno prossimo, i mercati online di massa potrebbero affrontare una situazione analoga.
Gli esperti di e-commerce stanno esplorando nuove modalità per facilitare la scoperta dei prodotti. Gli acquirenti, che in passato erano sopraffatti dalla vasta gamma di opzioni offerte da molti negozi online, ora esprimono frustrazione per la difficoltà di individuare ciò che cercano.
Un altro aspetto interessante del report riguarda i target di riferimento. Sebbene l’industria della moda abbia storicamente focalizzato l’attenzione sui consumatori più giovani, la “Generazione Silver”, composta da clienti over 50, sta aumentando sia in percentuale rispetto alla popolazione totale che nella spesa per la moda.
Nel 2025, i marchi potranno beneficiare dell’attenzione rivolta a questi clienti spesso trascurati.
Non tutti i marchi riescono a implementare questi cambiamenti con la stessa efficacia. Spesso, sono i marchi più giovani e “sfidanti”, privi di preconcetti storici riguardanti prodotti, negozi e clienti, a spiccare.
Questo fenomeno è particolarmente evidente nel settore dell’abbigliamento sportivo, dove i brand consolidati si trovano a competere con una serie di attori più piccoli, ma decisamente più innovativi, che stanno rapidamente guadagnando quote di mercato.
Negli ultimi anni, la catena di produzione è stata sotto osservazione: le aziende cercano di ridurre l’eccesso di inventario e limitare il rischio di carenze. Le pressioni sui margini, insieme alle richieste dei governi di tutto il mondo per diminuire le emissioni e gli sprechi nel settore della moda, stimoleranno i progressi nella gestione dell’inventario.
L’adozione di nuove tecnologie sosterrà questi sforzi. Il vecchio modello è ormai superato: il settore necessita di una nuova formula.
Nel frattempo, nei negozi di alta gamma e anche in quelli con prezzi più accessibili, così come in importanti catene, stanno emergendo i prodotti riciclati: ad esempio, maglioni in cashmere riciclato, rigenerato fino all’80%, disponibili presso Rifò, Patagonia, Papini e North Sails, ma anche da Arket, Reformation e Uniqlo (al momento solo sciarpe).
Se a questo aggiungiamo il crescente successo dei negozi di moda pre-loved e delle piattaforme di e-commerce per l’usato come Vinted e Wallapop, appare evidente un forte cambiamento nel comportamento dei consumatori, influenzato sia dalla crisi climatica che da quella economica.
Siamo giunti al termine di questa puntata, grazie per averci seguito dalla vostra radio preferita. A presto con i microfoni di Moda & Lifestyle, la vostra finestra sul mondo del Fashion System!