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Addio al Maestro Beppe Vessicchio: la musica perde un punto di riferimento assoluto

Scritto da il 8 Novembre 2025

È con un dolore che fatica a trovare parola che la redazione di Radio Eterea dà la notizia della scomparsa del Maestro Beppe Vessicchio, avvenuta oggi all’età di 69 anni presso l’ospedale San Camillo di Roma.

Nato a Napoli il 17 marzo 1956, Vessicchio ha attraversato la storia della musica leggera italiana con la misura e la sensibilità che solo i grandi possiedono. Per decenni il suo nome è stato indissolubilmente legato al palco del Festival di Sanremo: la sua figura, la sua bacchetta, la capacità di creare armonia dietro le quinte e sul palco hanno definito un’epoca.

Per noi di Radio Eterea, che viviamo di musica, la notizia colpisce in modo personale. Ogni nota diretta dal Maestro parlava di passione, disciplina, ma anche di quella leggerezza che trasforma la tecnica in magia. Era capace di raccogliere orchestre e voci con un gesto e di farle volare, trasformando l’esecuzione in racconto. La sua collaborazione con artisti del calibro di Gino Paoli, Andrea Bocelli, Zucchero e moltissimi altri ne testimonia la statura artistica e umana.

Nel nostro palinsesto avevamo spesso citato la frase che per molti spettatori era diventata rituale: «Dirige l’orchestra il Maestro Beppe Vessicchio». Quel momento, semplice ma pieno di gravità, racchiudeva il rispetto per il passato, la fiducia nel presente e l’invito al futuro che la buona musica sa dare.

La famiglia del Maestro ha richiesto riserbo e i funerali si svolgeranno in forma strettamente privata. In queste ore il mondo della musica, della televisione, delle radio – ma anche del pubblico che ha ascoltato silenziosamente quelle note si stringe in un abbraccio ideale per rendere omaggio a chi ha saputo lasciare una traccia indelebile.

Per Radio Eterea questo è un momento di riflessione: sulla fine di un’era, certo, ma anche sull’eredità che resta. Le sue partiture, i suoi arrangiamenti, le sue direzioni ci rimandano a una verità semplice e forse troppo dimenticata, che la musica non è solo intrattenimento: è coscienza, memoria, comunione. Vessicchio ha incarnato questo principio senza posa, con modestia e rigore.

A lui va il nostro grazie, profondo e silenzioso. A lui va la nostra promessa: continuare a dare spazio alla musica che non si ferma, che racconta, che accompagna. E anche se oggi manca la sua bacchetta, sentiremo il suo battito in ogni nota che sceglieremo di trasmettere.

Addio Maestro.


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